Sono un chirurgo ortopedico e, nell’immaginario collettivo, la gente pensa che la maggior parte del tempo lo trascorra in sala operatoria…Invece, la maggior parte del mio tempo (come chirurgo) non lo passo in una sala operatoria, e nemmeno preparando un intervento.
La maggior parte della mia giornata lavorativa viene trascorsa ascoltando, insegnando, esaminando, educando ed empatizzando.
Purtroppo, più passa il tempo e più mi rendo conto che uno dei problemi più importanti della moderna medicina sia l’incapacità di comunicare realmente con il paziente.
Come dico ormai da tempo, io tratto i pazienti, non i risultati della risonanza magnetica.
Tutti noi abbiamo i nostri obiettivi, i nostri valori e stili di vita che ci definiscono. Ma anche i traumi hanno la loro personalità! La stessa lesione o problema medico si presenterà in modo diverso a seconda di chi hai davanti. Una lesione del legamento crociato in un triatleta molto attivo di 45 anni è una lesione diversa da una lesione del legamento crociato in un diabetico obeso di 45 anni che è caduto nella neve…
Anche il dolore è molto soggettivo. Gli effetti sulla qualità della vita sono unici per ogni individuo. Se non mi immergo nel modo in cui il problema vi colpisce, non posso elaborare un piano di trattamento efficace e personalizzato. I miei valori non hanno alcun ruolo e non possono essere trasportati.
A volte hai solo bisogno di essere rassicurato
Il mio obiettivo principale e, quindi, il mio lavoro, è semplicemente cercare di migliorare la tua qualità di vita. Di solito può essere realizzato se ascolto, educo e offro soluzioni con obiettivi realistici e raggiungibili per il tuo particolare problema.
I pazienti vengono spesso nel mio ambulatorio perché hanno dolore. Molti sono ovviamente anche spaventati e preoccupati. Il dolore spesso produce una perdita di funzionalità e quindi il trauma e l’eventuale lesione diventa un problema di qualità della vita. Sono preoccupati che la chirurgia possa essere l’unica risposta. Sono preoccupati di essere “rotti” e non torneranno mai più normali.
I pazienti che soffrono vivono contemporaneamente nel passato, nel presente e nel futuro.
Passato: genetica – non hai fatto nulla di male. La degenerazione o l’invecchiamento è un processo naturale, il tuo DNA ha avuto un ruolo importante nel perché sei qui con me oggi. Superalo e lavoriamo insieme per trovare una soluzione.
Presente: Ho un problema ora. Cosa posso fare per ripristinare la funzionalità e ridurre al minimo il dolore che ho? È questa la nuova normalità? Sono “rotto”? Solo perché qualcosa è rotto, non significa che richieda un’operazione.
Futuro: Come influenzerà il mio futuro ciò che faccio ora? Posso cavarmela senza un’operazione? Molte persone che scelgono di farsi operare lo fanno perché hanno paura di quello che succederà se non fanno nulla. Molti non capiscono la storia naturale delle condizioni degenerative o traumatiche. Educarvi gioca un ruolo fondamentale. Sottoporsi ad un intervento chirurgico per prevenire qualcosa che può o meno verificarsi, o può o meno peggiorare è spesso una cattiva scelta.
Molti avranno solo bisogno di superare il fatto che qualcosa è lesionato o si sta consumando, e non si necessita per forza di un intervento chirurgico per poter condurre una vita lunga, attiva e sana.
“No, non sei rotto!”.
Trattare le persone non la risonanza magnetica…!
La tecnologia di imaging (risonanza magnetica, tomografia etc) è meravigliosa ed ogni anno migliora, ma è solo una piccola parte delle informazioni che utilizzo per determinare quale sia il trattamento più appropriato. Mi spaventa ancora quante persone vengano in studio per una seconda opinione e sono scioccate dal fatto che mi prendo il tempo di esaminarle. Si, mi spaventa… gli studi di imaging ci forniscono solo una piccola parte dei dati di cui abbiamo bisogno per costruire un piano di trattamento appropriato. Affidarsi solo agli studi di imaging significa che troppe persone saranno trattate in modo eccessivo per una condizione che non ha bisogno di altro che di una breve educazione sulla storia naturale della loro condizione ortopedica. Tanti di voi vivono attualmente con danni su base degenerativa… e non lo sanno. E’ normale.
Se mai avessi bisogno di una scusa per operare qualcuno (e non mi serve…!) mi basterebbe una risonanza magnetica! Quasi nessuno ha una risonanza magnetica “normale”. La risonanza magnetica è usata troppo e spesso inappropriamente.
Spesso però è molto più facile richiedere una risonanza magnetica che parlare con qualcuno del perché non ne ha bisogno.
Se vedete un medico che si prende il tempo di spiegare perché non sono necessari ulteriori test, potreste avere un grande dottore davanti a voi.
Una risonanza magnetica può addirittura complicare il problema. Siamo una società sovra-diagnosticata.
Più della metà di tutte le risonanze magnetiche non hanno bisogno di essere fatte!
Se facessimo una risonanza a 100 persone senza dolore al ginocchio, molte mostreranno lesioni meniscali o artrosi. Se facessimo una risonanza a 100 persone senza dolore alla spalla, oltre i 40 anni, ci sarebbe un’alta possibilità di scoprire un problema alla cuffia dei rotatori. Quindi… c’è una buona probabilità che i cambiamenti individuati sulla tua risonanza magnetica fossero presenti prima del tuo “infortunio” e quindi potrebbero non richiedere una gestione chirurgica aggressiva.
Troppi di voi ancora oggi sono trattati per risultati che erano prevedibili semplicemente perché siete stati abbastanza fortunati da raggiungere la vostra età!
Spesso, meno è meglio.
Anche la letteratura scientifica ha coniato degli acronimi per evidenziare questo problema:
BARF: Brainless applications of radilogical findings. Ossia applicazione stupida di risultati radilogici
Oppure ancora:
VOMIT: Victim of modern imaging technology (Richard Hayward, BMJ, 2002). Ossia vittima della moderna tecnologia di imaging.
Non essere una vittima
Il tempo è spesso il tuo migliore alleato.
Certo, il dolore è difficile da accettare e sopportare, ma spesso se ne va da solo. C’era chi diceva che il compito del medico è
Intrattenere il paziente mentre la natura cura la malattia…
Insomma, fare meno è spesso fare di più!
La “soluzione rapida” è raramente una soluzione rapida (o una decisione medica ragionevole). Una sostituzione protesica del ginocchio in un diabetico con obesità mal controllata può essere l’inizio di un incubo. Controlla la vostra dieta, fai ogni giorno qualcosa per il bene della tua salute. Sii proattivo. Smetti di fumare, mangia verdura e metti giù quel Big Mac e quella ciambella! Hai fatto esercizio oggi!!!?! Non pensare a me (come ortopedico) per correggere 20 anni di negligenza con un intervento di un’ora. Non disperare, ti aiuterò – sarai stupito/a di quanti disturbi possono essere trattati adottando uno stile di vita sano. Risparmierai anche un’enorme quantità di denaro…
Si, ci sono anche problemi ortopedici che supereranno la soglia conservativa e richiedono un intervento chirurgico. Alcune condizioni non miglioreranno da sole. Per quelle la chirurgia ortopedica negli ultimi vent’anni ha fatto dei passi da gigante introducendo nuovi materiali, nuovi concetti di “mini-invasività”, nuovi hardware e software.
Quando i tuoi sintomi raggiungeranno un punto per cui “qualcosa” deve essere fatto, sarò lì per offrirti alternative chirurgiche (se c’è una possibilità realistica che funzioni e abbia il potenziale per soddisfare le tue aspettative).
La domanda che devi porti non è se posso operare o meno ma se dovrei davvero farlo. La chirurgia non è sempre la risposta e in alcuni casi può peggiorare il problema e la qualità della tua vita.
Spesso in medicina, e certamente in chirurgia ortopedica, meno, è spesso più…
A volte è meglio parlare e non fare altro!