Erano gli inizi del 1900 quando due medici notarono indipendentemente l’uno dall’altro una sintomatologia comune in alcuni loro pazienti adolescenti. In particolare questi giovani lamentavano dolori centrati sul tubercolo tibiale anteriore mentre erano intenti in attività quali salto e corsa. I due medici in questione erano il Dr. Osgood ed il Dr. Schlatter, i quali poi, avrebbero prestato il loro nome alla nota patologia, oggi anche nota come osteocondrosi del tubercolo tibiale. Attualmente sappiamo che la malattia di Osgood–Schlatter ha caratteristiche autolimitanti e la sua eziopatogenesi è una apofisite da trazione dell’apofisi tibiale anteriore causata dal continuo reclutamento del muscolo quadricipite femorale e del suo tendine rotuleo nella zona inserzionale. A questa già nota causa, in recenti studi si è dimostrato come anche l’accorciamento del muscolo retto femorale sia uno dei principali fattori associati alla patologia.
Epidemiologia
In studi recenti non vengono evidenziate differenze significative nella prevalenza della malattia tra maschi e femmine.Il range di età più frequente è tra gli 8-13 anni nelle ragazze e tra i 12 ed i 15 anni nei ragazzi, colpendo il 21% degli adolescenti che praticano sport. Nel 20-30% dei casi la patologia si presenta bilateralmente.
Eziologia
La teoria più accreditata vede come processo di base quello infiammatorio, dettato dall’overuse dell’apparato estensore. La patogenesi deriva da una serie di microavulsioni nella tuberosità tibiale nella giunzione tendine-cartilagine-osso. Se i pazienti affetti continuano le attività sportive, le microavulsioni aumentano nel tempo generando anche un frammento separato del tendine rotuleo che porta a un tipo di dolore cronico da mancata consolidazione.
Clinica
La diagnosi si base essenzialmente sulla raccolta anamnestica e sull’esame obiettivo.
I pazienti lamentano dolore correlato all’attività, focalizzato sul tubercolo tibiale e sul terzo distale del tendine rotuleo. Il dolore, che si verifica con le attività e diminuisce con il riposo, è in genere il sintomo principale di presentazione della patologia.
In genere è presente durante attività quali corsa e salto dove si carica il ginocchio in flessione, portando ad una contrazione eccentrica del quadricipite. Durante l’esame obiettivo locale si può notare dolorabilità alla digitopressione locale, tumefazione ed ispessimento del tendine rotuleo, infine è possibile notare un ingrossamento della tuberosità tibiale. Quando la diagnosi è fatta su una patologia cronicizzata, alla digitopressione sul tubercolo è possibile apprezzare una massa irregolare sull’apofisi tibiale anteriore. Le patologie da porre in diagnosi differenziale sono: osteocondrite dissecante, sindrome di Sinding-Larsen–Johansson, sindrome femoro-rotulea, condromalacia rotulea, frattura/avulsione della TTA, borsite della zampa d’oca, tumori o infezioni. Se il dolore si esacerba durante la notte o durante il riposo, è necessario prendere in considerazione una diagnosi differente e dovrebbero essere eseguite delle radiografie.
Imaging
Come abbiamo precedentemente visto, spesso l’esame obiettivo ed una corretta anamnesi sono sufficienti a porre la diagnosi. Una valutazione radiologica (la proiezioni laterale è più utile) può mostrare ossificazione superficiale nel tendine rotuleo e tumefazione dei tessuti molli anteriormente alla tuberosità tibiale mentre la frammentazione della TTA è un segno di patologia già cronicizzata (fig.1).

Trattamento conservativo
Il trattamento della Osgood-Schlatter è guidato dalla severità dei sintomi. Sappiamo che la patologia ha caratteristiche autolimitanti e generalmente si risolve con la maturità scheletrica. Il giovane paziente va avvertito che il miglioramento può essere graduale e che la condizione può ripresentarsi per 12-18 mesi prima della risoluzione completa al raggiungimento maturità scheletrica che correla con la chiusura dell’apofisi. La terapia si base sostanzialmente sul riposo, una breve immobilizzazione, ed astensione di tutte le attività che generano dolore. Vanno inoltre vietate tutte quelle situazioni in cui è presente contrazione eccentrica del quadricipite. Se strettamente necessario si può prescrivere per brevi periodi l’assunzione di FANS. Per mantenere un accettabile stato di forma cardiovascolare possono essere concesse attività senza impatto, tra cui nuoto e bici affiancando esercizi per il mantenimento del ROM e stretching della muscolatura posteriore e degli ischiocrurali. I pazienti con sintomatologia ricorrente devono essere regolarmente seguiti con valutazioni cliniche e radiologiche durante tutto il periodo di trattamento. Infine va tenuto presente che, nonostante le misure conservative, fino al 10% dei pazienti può manifestare sintomi anche successivamente in età adulta.
Trattamento chirurgico
Il trattamento chirurgico è da destinarsi solo a quei rari casi di pazienti con sintomatologia algica imponente e non remittente nonostante le misure conservative. E’ stato infatti descritto come la rimozione della frammentazione nei pazienti immaturi porta alla fusione prematura del tubercolo tibiale. Altro gruppo di pazienti dove la chirurgia può avere spazio è quello degli adulti ai quali i postumi della patologia genera ancora dolore. Le procedure chirurgiche comprendono perforazioni del tubercolo, rimozione dei frammenti liberi, innesti di osso autologo, l’escissione della tuberosità tibiale o la sequestrectomia.
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1.Musculoskelet Surg. 2017 Dec;101(3):195-200. doi: 10.1007/s12306-017-0479-7. Epub 2017 Jun 7. Treatment of Osgood-Schlatter disease: review of the literature.
Circi E1, Atalay Y2, Beyzadeoglu T3,4.
2.Ogden JA, Southwick WO (1976) Osgood–Schlatter’s disease and tibial tuberosity development. Clin Orthop Relat Res 116:180–189
3.Demirag B, Ozturk C, Yazici Z, Sarisozen B (2004) The pathophysiology of Osgood–Schlatter disease: a magnetic resonance investigation. J Pediatr Orthop B 13(6):379–382
4.Gholve PA, Scher DM, Khakharia S, Widmann RF, Green DW (2007) Osgood Schlatter syndrome. Curr Opin Pediatr 19(1):44–50 6.
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