Se hai subito un trauma distorsivo al ginocchio è probabile che ti sia stata prescritta una risonanza magnetica.
In alcuni casi il referto della risonanza parla di: “legamento crociato anteriore disomogeo, assottigliato, edematoso, affastellato etc”.
Cosa significa un legamento crociato anteriore assottigliato?
Veniamo subito al punto: un referto di questo tipo indica spesso una LESIONE PARZIALE DEL CROCIATO ANTERIORE.
Detto questo la questione non è certo chiusa. Anzi.
Le lesioni parziali del crociato anteriore vanno valutate molto attentamente.
Perchè?
Perchè il crociato ha un ruolo chiave nella stabilità di ginocchio.
Come già sai questo legamento è composto da due fasci. Uno antero-mediale che va ad inserirsi nella regione antero-mediale dell’inserzione tibiale ed uno postero-laterale, costituito dal resto del legamento. Il prima si tende in flessione, mentre il secondo in estensione.
Una lesione parziale significa che uno di questi due fasci si è rotto.
A questo punto bisogna concentrarsi su un concetto chiave: la stabilità.
Stabilità del ginocchio dopo lesione parziale del legamento crociato anteriore
Come ti ho già detto, il concetto chiave è capire se, dopo lesione parziale del legamento crociato anteriore, il ginocchio ha mantenuto una stabilità biomeccanica.
Ovviamente questo va valutato dopo un opportuno percorso di recuepero fisioterapico volto a:
- recupero dell’articolarità completa del ginocchio
- recupero della propriocezione
- recupero della corretta neuroaativazione
- recuepro del tono muscolare
- recupero dell’elasticità tissutale.
La stabilità è fondamentale perchè un ginocchio instabile è un ginocchio che può subire ulteriori lesioni distorsive, ad esempio a carico dei menischi. E tutto ciò può avere poi una correlazione con uno sviluppo futuro di artrosi di ginocchio.

Come capire se un ginocchio è stabile?
Per questo esitono dei test clinici. Questi però non sono affidabili al 100%. Tieni presente che l’attendibilità dei test più significativi (Lachman e pivot-shift test) aumenta da circa il 20% al 90% quando il paziente è valutato in anestesia…
Esitono poi alcuni device che permettono di misurare oggettivare la traslazione anteriore della tibia, quindi la stabilità antero-posteriore (es. KT1000, Telos, Kira etc). Andrebbero però utilizzati a distanza dal trauma, e comunque questi dispositivi non sono in grado di valutare la stabilità rotazionale del ginocchio.
Quindi?
La differenza la fa la sensibilità dell’ortopedico, una corretta anemnesi ed una corretta lettura della risonanza magnetica.
Molte lesioni parziali non sono lesioni parziali del crociato anteriore.
Si, in questo articolo si è evidenziato come meno di un terzo delle lesioni parziali sono realmente tali. Dal punto di vista biomeccanico
molte lesioni parziali di crociato anteriore sono considerabili come una lesione completa.
Quindi una lesione parziale è sempre chirurgica?
No. Innanzitutto non sempre la ricostruzione è la scelta corretta (esiste anche la riparazione…). Inoltre per anni si è pensato che il crociato anteriore non potesse guarire autonomamente invece anche su questo tema la ricerca ha fatto progressi.
Inoltre come tu ho detto ci sono alcune domande da porre all’ortopedico prima di sottoporsi ad un intervento di ricostruzione del crociato anteriore.
Certo, la chirurgia precoce del legamento crociato anteriore può evitare che il ginocchio sviluppi artrosi come risultato di ulteriori danni alla cartilagine o ai menischi.
Però prima l’ortopedico deve valutare insieme al paziente molti fattori.
I pazienti con lesione parziale del legamento crociato anteriore devo essere suddivisi in pazienti ad alto rischio e pazienti a basso rischio di progressione della lesione. I pazienti a basso rischio sono coloro i quali hanno basse esigenze funzionali, non hanno lesioni associate al crociato anteriore (lesioni meniscali, lesioni cartilaginee, lesioni di altri legamenti etc) e non hanno evidenti sintomi di instabilità. Inoltrei test clinici devono essere sostanzialmente negativi.
Questi pazienti possono essere trattati in maniera conservativa.
I pazienti invece ad alto rischio sono quelli con una instabilità clinica oggettiva e uno stili di vita con un rischio elevato di progressione della lesione (sport di contatto, cambi di direzioni, salti, etc). In questi casi, l’opzione migliore è la ricostruzione che può essere anche solamente del solo fascio lesionato.